Una cucina e una passione tutta al femminile. Una passione innata, ma cresciuta con mia mamma e mia suocera. Il mio blog vuole onorare queste due donne e la mia passione per la cucina. Le voglio ricordare con i loro racconti e i loro aneddoti che si legano indissolubilmente ai piatti cucinati in famiglia. Ricette semplici, ma cariche di saperi e sapori di una cucina tradizionalmente genuina, ma nuova. Una cucina che celebra il piacere della convivialità.
lunedì 5 febbraio 2018
Le trippe di gallina
Questo è un piatto dimenticatissimo, e quando ne parlo con qualcuno scateno sempre una certa "impressione". Ma diciamocela tutta, le trippe di bovino non sono un piatto della tradizione molto conosciuto ed apprezzato? Ed allora perché non apprezzare quelle di gallina; in fondo nell'intestino delle galline si trova lo stesso materiale che si trova nell'intestino del bovino! L'importante è fare un'adeguata pulizia. Allora se disponiamo di una vera gallina vecchia, sana, grassa, e tenuta a digiuno per un paio di giorni, senza farle mancare naturalmente l'acqua da bere, dopo averla macellata, spiumata ed eviscerata, possiamo preparare le trippe di gallina. Mia mamma le preparava e così pure mia suocera, anche se mal volentieri. A casa di mia madre eravamo tutti golosi di questa preparazione anche se la quantità risulta veramente esigua. Dopo sposata era mio suocero il vero cultore della materia, ed io la sola in famiglia che gli faceva compagnia. Lo so, non avrò nessun seguace, ma questo è un piatto della memoria e perciò va ricordato.
Dunque, serve l'intestino della gallina, ma non tutto. Sono da scartare i "ciechi " che sono parte dell'intestino da non tenere in considerazione (sono un po’ come la nostra appendice), e nemmeno il pezzo troppo vicino all'ano. Il resto va tagliato per il lungo con le forbici, in modo da aprirlo per poterlo raschiare con la lama di un coltello al fine di togliere il contenuto. Si lava per bene il tutto e si mette a bagno per circa mezz'ora o poco più in una soluzione di pari quantità di aceto bianco ed acqua. Trascorso il tempo, in un tegame di terracotta o porcellana si fa soffriggere un po' di grasso della gallina precedentemente macellata con poca cipolla, si aggiunge la trippa tagliata a tocchetti, si lascia insaporire, si aggiunge poca passata di pomodoro, una piccola foglia di alloro (questa è una mia aggiunta), un po' di brodo e si lascia andare dolcemente, possibilmente sulla piastra della stufa a legna. Si sala a metà cottura. E' lo scarto più scarto del pollo, ma il sapore è incommensurabile. Provare per credere!
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Sono sicuro è una ricetta povera ma buonissima, grazie .
RispondiEliminala mia nonna me lo faceva grazie.bei ricordi.
RispondiEliminaMangiata adesso adesso, fatta da mia mamma. 87 anni
RispondiEliminaPurtroppo in famiglia siamo rimasti solo io e lei cultori di queste cose.
Mia nonna me la faceva sempre. E anche un macellaio di Eataly del Lingotto di Torino li cucinava.
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