Salve a tutti, eccomi di nuovo. Scusate questo lungo silenzio, vari impegni di la scuola di cucina hanno aumentato i miei quotidiani impegni, ma sono certa che ciò di cui vi parlerò sarà sufficiente per colmare questo piccolo vuoto temporale.
Vi voglio parlare di un "lievitato" che ho imparato provando le ricette delle sorelle Simili di Bologna, apportando qualche modifica (il loro libro Pane e roba dolce è uno dei miei libri preferiti).
Premetto che ho una particolare passione per i lievitati e per la magia che si compie amalgamando la farina con altri semplici ingredienti. Da molto tempo, per la mia famiglia e per i miei graditissimi ospiti, preparo in casa pane, schiacciatine, focacce, brioches, tutto a mano, senza impastatrice.
Ho imparato a panificare grazie esclusivamente alla mia esperienza, alle innumerevoli prove, alle molteplici letture e molteplici confronti avuti nel corso degli anni con altre persone amanti della panificazione. Questa mia grande passione e la mia formazione mi hanno portata, negli anni, a conoscere molto bene le materie prime e la loro trasformazione e ciò mi permette di regalarvi, ora, prelibatezze sane, buone e genuine come la ricetta che vado a raccontarvi.
Per preparare i "lievitati" che non hanno ripieno, solitamente uso il metodo del poolish. I tempi di lievitazione sono molto lunghi, ma il risultato è ottimo, il prodotto è molto più digeribile, ha una durata maggiore, il sapore è vero.
Non si tratta di lavorare di più, ma semplicemente di organizzarsi bene perché l'attesa è maggiore, a causa della lunga lievitazione.
Quella che vi propongo è la ricetta ripresa dal libro delle sorelle Simili, ma preparata con il sistema di lievitazione chiamato poolish, su richiesta di un graditissimo ospito del mio agriturismo.