domenica 17 febbraio 2019

Favetti di Carnevale





E' difficile liquidare la ricetta dei favetti in poche parole. Dentro ci sono popolazioni povere ma con la voglia di godere del periodo carnevalesco, c'è il maiale, l'animale più amato dai contadini fino a pochi decenni or sono, c'è la stagione che invita a stare in casa davanti alla stufa o al camino e ci sono i bambini che di dolci non ne vedevano molti ed approfittavano del momento. Mi fermo, anche se ancora tante sarebbero le cose da aggiungere. Questi sono i favetti che preparo io, si rifanno a quelli che preparavano mia mamma e mia suocera. Loro di ricette non ne usavano: andavano ad occhio, tant'è che quando ho cominciato a prepararli io ho dovuto fare qualche correzione alle dosi per arrivare al risultato perfetto. In onore del maiale e per rispettare la tradizione io uso solo strutto, strutto buono di vero maiale, con un profumo meraviglioso, che ho la fortuna di ricevere in regalo da Bruna.

Ingredienti
200g. di farina debole 
  40g. di zucchero di barbabietola grezzo
  45g. di strutto
un uovo
un goccio di marsala
un cucchiaino da caffè raso di lievito (io uso un lievito chimico insapore senza fosfati preparato con estratto concentrato di succo d'uva biologico per il 48% ed il resto con bicarbonato di sodio e amido di mais biologico).
un pizzico di sale.
Strutto per friggere


Si impastano tutti gli ingredienti in una ciotola, tenendo il marsala per ultimo così da usarne solo il necessario per ottenete un impasto morbido, ma non appiccicoso e ben vellutato. Impastare bene senza eccedere. Formare dei rotolini da tagliare a tocchetti, da far roteare tra le mani per ottenere delle palline che dal nome stesso si deduce debbano essere piccole per assomigliare alle fave. Una volta pronte adagiarle su di un vassoio e porle in frigorifero ad assestarsi, così lo shock termico che riceveranno con la frittura le renderà friabili fuori e morbide dentro.
Mettere a scaldare lo strutto e portarlo a circa 175° (io uso il termometro anche in frittura così sono sicura di mantenere il più possibile la temperatura sotto controllo). Friggerne poche per volta e lasciarle dorare uniformemente, scolarle su carta assorbente ed una volta fredde cospargerle di zucchero a velo. Una volta si usava lo zucchero semolato, ma concediamoci questa modernità. Il colesterolo non ne sarà felicissimo, ma i latini dicevano: semel in anno licet insanire (una volta all'anno è lecito fare pazzie).





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