Quando è tempo di vendemmia, si tiene sempre da parte un
certo quantitativo di uva che serve per la produzione del vino lambrusco, il
vino tipico della nostra zona (Basso Mantovano, Reggiano e Modenese) per preparare quello che oggi è detto il budino
di succo di uva. Una volta chi non possedeva una vigna, aspettava che i contadini vendemmiassero
per poter andare a graplin, cioè andare a raccogliere quei grappoli piccoli che non venivano
tenuti in considerazione durante la vendemmia per poter poi preparare al sügul.
Dopo aver lavati, i grappoli, si sgranano togliendo con delicatezza gli acini
dal graspo facendoli cadere in una pentola di capaci dimensioni. Si mette la
pentola sul fuoco ben vivace e si ha la carpada, ovvero gli acini per effetto
del calore esplodono liberando tutto il loro succo. Si spegne il fuoco e si
lascia raffreddare il tutto.
Una volta raffreddato si versa il contenuto della
pentola in un colapasta posato sopra una ciotola di adeguate dimensioni e si
lascia sgocciolare per diverse ore. Con un cucchiaio di legno si pigia a più
riprese per fare uscire tutto il liquido possibile.
A questo punto si può preparare al sügul o budino come dir si
voglia.
Mia mamma lo preparava quasi sempre un po' aspro perché usava tutta l'uva a disposizione senza guardare il grado di maturazione e non aggiungeva mai zucchero. Inoltre era sempre abbastanza sodo per eccedenza di farina.
Mia suocera, al contrario, sceglieva i grappoli più belli e dolci e aggiungeva più zucchero così, il risultato era quello di un budino sempre dolcissimo e abbastanza liquido perché metteva poca farina.
Ho cercato di "aggiustare" questi inconvenienti scegliendo grappoli belli e maturi al punto giusto e, con delle prove, pesare la giusta quantità di farina per ottenere una consistenza giusta (né troppo sodo né troppo liquido). In un pentolino più alto che largo si mette a mestoli il succo ottenuto, quindi si scioglie un
cucchiaio (non scarso) di farina per ogni mestolo versato, con un poco del succo, amalgamandolo
poi al tutto. Si pone sul fuoco e si porta a ebollizione come un normale
budino. Si versa in ciotole o
scodelle e si lascia raffreddare prima di gustare. Una tempo al sügul veniva versato nelle scodelle che servivano per la colazione e poi lasciato
maturare. Cioè si lasciava in cucina in una zona in disparte fino a quando non
compariva in superficie una muffetta di colore grigio-viola, la si scartava e poi si gustava.
Noi bambini non aspettavamo, era troppo buono per avere così tanta pazienza.
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